Siamo tornati al cinema dopo tanto tempo e dobbiamo averci trovato gusto, essendoci andati per tre giorni in stretta successione, a breve distanza da casa. Nelle seconde visioni del “Verdi” di Forlimpopoli abbiamo visto “La zona d’Interesse” del regista Jonathan Glazer, che mette in scena il campo di sterminio nazista dal punto di vista capovolto del carnefice, mostrando “la banalità del male” e lo stress organizzativo della macchina del genocidio. Ieri sera (13.4.24) siamo tortati nella stessa sala per vedere “Un altro ferragosto” di Virzì, che aggiorna la visione del degrado comunicativo già espressa in passato, giungendo ad una sconsolata rappresentazione della Babele contemporanea, dove tutto scorre in superficie e le parole non hanno conseguenze, nemmeno conflittuali (al di là dei social). Mercoledì sera (10.4.24) ci eravamo concessi la multisala (con me e Giorgia anche la figlia grande) per vedere “Un mondo a parte”, racconto garbato sul senso della scuola elementare in un paese sperduto dell’appennino abruzzese, con tanti attori presi dalla strada e un regista ormai noto come il marito della Cortellesi (Riccardo Milani).