Le temperature si sono mantenute al di sotto delle medie di marzo, ma gli indizi del cambio di stagione li abbiamo colti ogni settimana nelle lunghe passeggiate sull’argine del torrente che scorre pigro nello scampolo di pianura dietro casa. Il nome del torrente Pisciatello non fa ben sperare, ma ce lo siamo fatti bastare. Non è poco, in questi tempi di pandemia, camminare sugli argini che tagliano i filari fioriti degli alberi da frutta e convergono lontano nelle colline azzurre. Giovedì mattina (25.3.21) con Giorgia ho percorso a piedi l’argine destro da Sala a Bagnarola, quattro chilometri più altri sei di raccordo nelle vie di accesso. Lontano dalle strade e dal cemento affiorano i frammenti della campagna di un tempo, folate d’aria odorosa, solo frammenti, che hanno però il potere di accendere la sensazione di un’esistenza robusta, radicata qui (quando mio padre in queste campagne faceva il maestro e le case coloniche traboccavano di vita e di odori amorosi, ancora vagamente nell’aria).
Di sera non posso che adeguarmi alla moda delle serie TV, che sbircio di lontano facendo altro, con un libro in mano o col computer acceso: che non sia però il nuovo sceneggiato di Leonardo, che mi rende iconoclasta! Quasi per caso giovedì mi è capitato di vedere Basta che funzioni, un film di Woody Allen che avevo perso al cinema quando uscì nel 2009. Una storia garbata e vivace, non priva di colpi di scena, che mi ha fatto ricordare cos’è il vero CINEMA, quello di Woody Allen e di Fassbinder… Vorrei rivedere Fassbinder, altro che serie TV!