Sabato pomeriggio (23.09.23) cominciavano le giornate europee del patrimonio e a Sarsina il discorso verteva sul tempio italico, scoperto negli scavi di fondazione del nuovo supermercato-palestra di via Linea Gotica. Prima della passerella delle autorità competenti, alle 14 ho ascoltato con interesse la visita guidata del museo archeologico, con un entusiasta Marco Casacci che ha illustrato molto bene la monumentalità antica del centro sarsinate, attraverso i frammenti architettonici del museo e dei magazzini, riesumati per la circostanza. E’ stato straordinario per me scoprire che alcune tracce del tempio della triade capitolina erano state già rilevate negli scavi della vecchia palestra del 1969 e che allora la ruspa aveva semplicemente asportato alcuni basamenti di colonna (recuperati in un secondo tempo dal conservatore del museo Traiano Finamore, nomen omen). La cerimonia di presentazione prevista per le 15 si è prolungata poi più del previsto. Ho abbandonato la sala prima di partecipare alla visita guidata degli scavi a causa di un altro impegno. Mi ha fatto comunque piacere vedere che la battaglia estiva per la salvaguardia del monumento romano, con Italia Nostra contro tutti, si sia ricomposta nell’unanime esaltazione della vocazione archeologica sarsinate, anche da parte del giovane sindaco (che risponde al nome di Cangini come l’assessore alle “varie ed eventuali” di Cevoli). Lo spirito di compromesso avrebbe voluto dare priorità alle nuove costruzioni, ma ha ceduto all’inevitabile riconoscimento dell’eccezionalità del tempio antico. Pertanto dovrebbero cominciare subito scavi sistematici per l’allestimento di una zona archeologica di interesse nazionale.
Alle quattro e mezzo avevamo appuntamento con gli amici dell’associazione cervese “Il sale della vita”, per una specie di gita sociale a Longiano che avevo proposto proprio io per mostrare a Carlo M. la Fondazione Tito Balestra. Ancora una volta problemi di salute hanno impedito a Carlo di partecipare e ci siamo ritrovati in quattro gatti (con me e Giorgia, Alma e Gabriella insieme a un nuovo associato di Longiano ex cartografo della ditta Belletti). La visita del museo d’arte è stata comunque piacevole, con le giuste conversazioni sotto un cielo limpido che ha regalato splendidi panorami dagli spalti del castello di Longiano. Avremmo potuto cenare, ma ci siamo limitati ad un aperitivo nel bar del teatro (un po’ triste).