Da Montecoronaro, dove con Giorgia ero arrivato sabato pomeriggio, domenica (21.11.21) ho raggiunto Corciano fra persistenti foschie che gradatamente hanno ceduto il passo al cielo azzurro. Il centro storico ha la fama d’essere un borgo fra i più belli d’Italia e merita questo titolo se non altro per il panorama. Lo abbiamo trovato piuttosto deserto di domenica mattina, passeggiando su e giù per le vie concentriche che assecondano il colle con le case di pietra e le figure di un grande presepe in allestimento. La vera sorpresa, almeno per me, è stato l’antiquarium archeologico, allestito secondo un progetto moderno, arioso ed efficace, con gli straordinari ritrovamenti della necropoli di Strozzacapponi: urne scolpite e insolite urne dipinte, bronzi raffinatissimi che decoravano rari letti funebri d’età ellenistica, accanto a più consueti corredi funerari di vetri e terrecotte d’età romana. Dopo essermi attardato in questo museo fin verso mezzogiorno, ho raggiunto la moglie già a messa nella piccola parrocchiale di Corciano, nel cui presbiterio è l’assunta di Pietro Perugino, ultimo capolavoro del maestro, dai colori sgargianti, più simili alle tinte delle urne etrusche che alla coeva pittura rinascimentale. Per un pranzo veloce abbiamo scelto il ristorante “Al Convento” ricavato nelle cantine del complesso francescano (peraltro inaccessibile) alle porte del paese, trascorrendo il resto del pomeriggio nei dintorni, prima intorno alle mura di Corciano, poi in uno splendido uliveto nei pressi del santuario delle Fontanelle, infine a Monte del Lago, dove abbiamo aspettato che il sole scendesse sotto le brume precoci del lago Trasimeno.
Sulla via del ritorno abbiamo fatto sosta a Castel Rigone per vedere il santuario rinascimentale della Madonna dei Miracoli. Rientrati nella casa di Montecoronaro nel tardo pomeriggio, prima di ridiscendere a valle ci siamo fermati a mangiare una (ottima) pizza alla “Straniera”.